Sardine, peperoncino macinato, sale, finocchio selvatico: questi sono gli ingredienti principali della ricetta originale della Sardella, la conserva di pesce calabrese.
Ricetta originale, sì, perché dal 2010 la cucina calabrese ha dovuto adeguarsi a una nuova normativa europea per la tutela dell’ecosistema marino del Mediterraneo: secondo la tradizione, infatti, la Sardella veniva preparata con neonate di acciughe o sardine. Dal 2010, invece, poiché la pesce del pesce azzurro neonato è illegale, la si prepara con il pesce ghiaccio, che è comunque un valido sostituto del più prelibato bianchetto.
Ma che cos’è la Sardella?
Chiamata anche “caviale dei poveri”, è una conserva di pesce tipica di Crucoli, la cittadina in provincia di Crotone che ne detiene la paternità. È comunemente ritenuta un’ottima alternativa alla ‘nduja, la crema suina più calorica e dal sapore un po’ più impegnativo. Viene preparata pressando e mescolando insieme il pesce e gli aromi, in modo da renderla molto morbida e amalgamata.
Usi in cucina
Come crema spalmabile per le bruschette o condimento per un piatto di spaghetti, la Sardella è un ottimo modo per accompagnare pane e pasta. Spesso le famiglie calabresi ne custodiscono gelosamente almeno un barattolo nel frigorifero, perché può sempre servire per uno stuzzichino o una entrée! Generalmente prima di mangiarla la si condisce con dell’olio extravergine di oliva e con un po’ di cipolla di Tropea tagliata sottile, per renderla più gustosa.
Un po’ di storia
Una teoria molto diffusa vuole che la Sardella sia discendente del Garum, una salsa ittica aromatizzata molto consumata e amata dagli Antichi Romani. La differenza, però, è che, mentre il pesce per il Garum veniva messo ad asciugare per almeno tre mesi dopo la salatura, la Sardella prevede dei tempi molto più brevi.
Insomma, un preparato buonissimo che arriva direttamente dalla punta dello stivale: provare per credere!