La vita frenetica e stressante che la maggior parte di noi conduce ci fa dormire sonni agitati con frequenti risvegli notturni o addirittura con difficoltà a prendere sonno.
Le nostre sagge nonne utilizzavano un rimedio semplice ed efficace: l’infuso.
L’infuso del Buon Riposo di SAÛT Cercivento con la a sua composizione a base di fiori di camomilla, foglie di melissa, fiori di tiglio e fiori di papavero è quello che ci serve per aiutarci a condurre sonni tranquilli e svegliarci sereni e rilassati.
SAÛT O SAVÛT letteralemente significa sambuco, ma anche sapere, inteso come conoscenza complessiva, ovvero come somma di esperienze vissute che venivano tramandate attraverso gli esempi e le conoscenze dirette più che dalle parole. Una parola ricca di significati, quindi, con una etimologia che rappresenta bene il ciclo della vita: il passato, il presente e soprattutto il futuro di chi vive in terra di montagna, come la Carnia.
Per secoli la conoscenza e l’uso delle Erbe Officinali hanno fatto parte della cultura popolare in Carnia e hanno rappresentato una fonte di sostentamento per i singoli e I’intera comunità. La Cooperativa Agricola Taviele, inserendosi nel solco della tradizione erboristica Carnica e, in particolare, di Cercivento (UD), ha costruito un progetto nuovo che, nell’intento di riprendere e salvaguardare antichi saperi, vuole valorizzare risorse umane, naturali, culturali del presente, per guardare al futuro, in una continua ricerca di idee nuove.
Nato in collaborazione con il Comune di Cercivento, il progetto è legato al suo territorio, di cui intende valorizzare le risorse e le diverse abilità e conoscenze, i saperi antichi che si intrecciano con le sfide della modernità, modulando tradizione, conoscenze attuali e desiderio di innovazione.
La coltivazione in loco delle erbe officinali, che costituiscono la materia prima per creare i prodotti, ne garantisce l’assoluta naturalità, in quanto esclude l’uso di fertilizzanti e concimi chimici, prevede la semina e la raccolta manuali, l’essiccazione immediata delle piante e delle foglie, ottenendo da esse il massimo dei principi attivi. I terreni che coltivano sono particolarmente adatti a una produzione differenziata e di qualità, in quanto Cercivento gode di una esposizione soleggiata e ben ventilata ed è collocata in un’area lontana da fonti di inquinamento industriale.
Per rendere questo momento ancora più rilassante vi suggerisco di accompagnare la vostra tazza d’infuso con un biscotto di meliga.
I biscotti di meliga sono una specialità di Carmagnola, ridente cittadina in provincia di Torino.
Ingredienti
(dosi per circa 30 biscotti)
180 gr di farina 00
180 gr di farina di mais fioretto (a grana più sottile)
180 gr di burro
140 gr di zucchero
2 tuorli
1 cucchiaino scarso di lievito per dolci
1 pizzico di sale
1 cucchiaio per tazza di Infuso del Buon Riposo Saut Cercivento
Procedimento
Lasciate ammorbidire il burro a temperatura ambiente finché sarà cremoso.
In una ciotola mescolate bene le farine, poi unite lo zucchero, aggiungete poco alla volta il burro e continuate a mescolare.
Quando il burro sarà ben inglobato, unite i tuorli e continuate ad impastare fino a che non avrete ottenuto un composto compatto ma cremoso.
Mettete subito l’impasto in una sacca da pasticcere (sac à poche) con il beccuccio a stella e formate i biscotti a ciambella su di una teglia ricoperta da carta da forno.
Fateli riposare in frigorifero per un’ora.
Accendete il forno (statico) a 170°C, infornate quando avrà raggiunto la temperatura e lasciate cuocere per 15 minuti.
Vi sembreranno ancora morbidi ma una volta raffreddati raggiungeranno la giusta consistenza.
Potete conservarli per diversi giorni in una scatola di latta ben chiusa.
Adesso che avete preparato i vostri biscotti, preparate l’infuso mettendo un cucchiaio di prodotto in ogni tazza. Successivamente versate l’acqua bollente (non in ebollizione) sulle erbe, coprite e lasciate in infusione per 5/8 minuti.
Filtrate e godetevi il vostro momento di relax sorseggiando l’infuso e assaporando un biscotto di meliga.
Autore: Maria Antonietta Grassi
Blog: Il pomodoro rosso di MAntGRA