Quando si prepara una pasta fresca ripiena (ravioli, tortelli e similari), è sempre meglio preparare la farcitura in abbondanza. E se avanza? Nessun problema, non si butta via di certo!
Mi è capitato così quando ho preparato dei ravioli e il ripieno l’ho utilizzato per creare una pasta al forno che ha solo avuto bisogno di alcuni minuti di cottura e gratinatura, portando in tavola un piatto colorato e senza sprechi.
Ingredienti
(dosi per 4 persone)
350 g di mezze maniche di grano duro trafilate a bronzo
400 g di farcitura alle erbette avanzata (ricotta a basso contenuto di lattosio + erbette + mortadella + Grana Padano + pangrattato all’uovo)
80 g di burro a basso contenuto di lattosio
80 g di farina di farro
500 mL di latte a basso contenuto di lattosio
Sale integrale fio q.b.
Grana Padano riserva oltre 20 mesi q.b.
Procedimento
Si mette sul fuoco la pentola con l’acqua per la pasta da portare a bollore e si prepara da parte una bacinella capiente con acqua fredda.
Nel frattempo si prepara la besciamella facendo fondere il burro in una casseruola a fuoco moderato e appena liquido gettare in un solo colpo la farina e mescolare rapidamente finché non si asciuga; unire in seguito il latte caldo e continuare a mescolare con la frusta fino ad avere una crema densa e senza grumi.
Appena l’acqua è in ebollizione, cuocere la pasta per la metà del tempo richiesto (es. 8-10 minuti, cuocere per 4-5 minuti).
Scolare la pasta e versarla nella bacinella con acqua fredda in modo che la cottura venga bloccata.
Su una teglia antiaderente coprire la superficie con una parte di besciamella, aiuterà a far tenere in piedi la pasta.
Con pazienza certosina mettere tutte le mezze maniche in piedi vicine tra loro e riempirle con la farcitura alle erbette messa all’interno di una sac-a-poche a bocchetta piccola (per un lavoro facilitato e pulito). Coprire la superficie con altra besciamella e una spolverata di Grana Padano e cuocere a 250°C per circa 10 minuti, il tempo di vedere colorarsi il formaggio.
Servire subito con un buon Trebbiano di Romagna o un Castelli Romani.
Autore: Monica Martino
Blog: Esperimenti in cucina – Una biologa ai fornelli