L’evoluzione della cucina italiana, dal 1910 ad oggi

Chi non conserva ancora qualche ricetta appuntata su un quaderno della propria nonna? Libri e riviste storiche che escono da qualche vecchio scatolone gettato in cantina e dimenticato per qualche decennio. E proprio da quei libri emergono ricordi di odori, profumi e immagini che ti catapultano all’infanzia, all’adolescenza o a un tempo perduto nella propria memoria. Il profumo di biscotti appena fatti, il suono scoppiettante della frittura in padella, l’emozione dei pranzi e cene insieme ai propri familiari. Per non parlare dei famossisimi vol-au-vent o dei gamberetti in salsa rosa… un ricordo indelebile!


cucinavintageNel corso del tempo, il modo di fare cucina è cambiato, si è evoluto. Ricette ormai desuete e dimenticate, rivisitate e perfezionate, che vanno al passo con il decennio in cui si vive. Sono cambiate le abitudini alimentari, la varietà di cibi che possono arrivare in tavola, le modalità di preparazione e cottura di nuove ricette, dal tocco ricercato e sofisticato.

Quel file rouge che collega tutti questi cambiamenti nella cultura culinaria si chiama Cucina Vintage, il libro di Maria Teresa Di Marco e Marie Cecile Ferrè (Guido Tommasi Editore). Un grande ricettario, ma non solo, che racconta la nostra storia culinaria e sociale, in un viaggio diviso in decenni a partire dal 1910, con magnifiche illustrazioni d’epoca. Cosa andava di moda in quel decennio? Come siamo passati dal cibo industriale in scatola, tipico del boom economico, alla riscoperta del rustico, all’attenzione al biologico e al kilometro 0? Come siamo cambiati nel corso degli anni, passando dai periodi di fame e carestie fino ad arrivare all’abbondanza di cibo sulle nostre tavole?

Scopriamo insieme i piatti della nostra storia, decennio per decennio!

1910 –  semplicità, sostanza e con elevate proprietà nutritive, sono le caratteristiche dei cibi degli anni ’10. Dalla Zuppa alla Spagnola al Bue alla California, dallo zabaione alla torta Margherita, la cucina abbonda di carni e salsine ed è tutto testimoniato dai manuali che hanno fatto la storia: da “La scienza in cucina” a “L’arte di mangiare bene” di Pellegrino Artusi, questi libri si comportano proprio come una fotografia dell’epoca.

1920 – Lo spirito internazionale atterrava in Italia, portando gonne corte, scones e valigie da picnic, il tutto con un bel cocktail da sorseggiare sempre in mano. Il vitel tonnè è un classico del decennio, insieme all’insalata russa, mentre si imparava a fare la stracciatella in brodo grazie ad un altro libro conosciutissimo: il “Talismano della Felicità” di Ada Boni.

1930 – E’ un decennio segnato dall’estremismo di movimenti artistici e culturali come il Futurismo di Marinetti. I futuristi all’epoca votarono a favore dell’abolizione della pastasciutta (che fortunatamente non accadde) ma portarono con sé anche una grande capacità di ricerca estetica, riconosciuta soprattutto nelle pubblicità come quelle del Campari. D’Annunzio conia il termine “tramezzino”, che andava di moda come il canapè e i dolci alla francese come la popolare ‘isola galleggiante’ (ile flottante). La guerra poi azzerò tutto e riportò la fame.

potatoes-4309679_12801940 – Sono tempi difficili e la cucina degli anni Quaranta si deve reinventare. Le patate, con grandi proprietà energetiche, portano con sé il senso di sazietà, emergendo così come le protagoniste del sostentamento e dei nostri ricordi della fame. In tempo di guerra, il cibo voleva preservare la sensazione di un buon sapore a tutti i costi, inventando un ragù finto a base di verdure a dadini, spezie e pomodoro, oppure una maionese senza gli ingredienti della maionese, preparata con una patata grande quanto un uovo, lessata e passata a setaccio alla quale si aggiungeva un rosso d’uovo; si sbatteva a lungo con la forchetta, si incorporava un solo cucchiaino di olio e si rimestava per bene; si condiva con pepe, sale e succo di limone ed infine si stemperava aggiungendo del latte fino ad ottenere una “maionese” di giusta consistenza.

1950 – E’ il decennio della rinascita, del consolidamento e dell’abbondanza, delle polpette al sugo, della pasta al forno e della frittata di cipolle. Cresciamo mangiando pasta, sugo e uova, rifacendoci alle solide radici popolari. C’è da dirlo: questo menù assomiglia molto alla cucina italiana all’estero dei giorni nostri!

1960 – Siamo al boom degli antipasti e alla ricerca di una cucina visiva, oltre che gustosa. Si ama il buffet con stuzzichini e ogni tipo di aperitivi (dagli scampi in salsa rosa ai mitici vol-au-vent). Compaiono mille attrezzi domestici che aiutano i compiti delle fanciulle, educate a suon di buone maniere, dalla macchina per fare i toast allo spremiagrumi. Si può trovare tutto al supermercato, soprattutto il pollo, ormai diventato prodotto industriale.

1970 – Decennio di contrasti, una parte sceglie il cibo industriale, l’altra ritorna all’autoproduzione: si torna in campagna e si produce yogurt in casa. Abbondano panna, maionese e gelatine nelle riviste e nei menù e resiste l’amore verso il buffet di antipasti. Primi piatti e associazione salato-frutta arrivano in tavola, anticipando la moda del decennio successivo.

food-2673724_12801980 – Sbarca l’hamburger in Italia, portando con sé la scia del junk food. Arrivano i primi risotti alla cantonese e i primi involtini primavera, portando a galla i ricordi delle cene con pennette lisce alla vodka o carpaccio con rucola e grana e le grandi quantità di cibi confezionati, soprattutto le merendine.

1990 – Sono anni di riflessione, espressi dal movimento Slow Food, che sembrano continuare oggigiorno, portando il cibo a diversificarsi, sgrassarsi e affinarsi. Si guarda ai cibi di altre culture grazie alla maggiore opportunità di viaggiare, assaporando hummus mediorientale e burritos messicani, portando a dei mix culturali come le prugne al bacon e le crepes ai funghi.

2000 – Nasce Masterchef, i blog di cucina, le ricette online. Si fa attenzione all’impiattamento e ci viene insegnato come mescolare e accostare gusti diversi tra loro, in un viaggio sensoriale. La spesa è a kilometro zero, i cibi sono biologici e la cucina di tendenza è quella della salute. Si provano macarons francesi, cheesecakes americane e cupcakes anglosassoni. Spopola l’avocado.

Fonte: ANSA