L’aspetto più esaltante delle confetture è che possono essere realizzate pressoché con qualsiasi frutto, o ortaggio, che le stagioni mettono generosamente a disposizione. Queste preparazioni sono un’autentica miniera di soluzioni, accostamenti e idee, che si fa più ricca quando è caratterizzata dalla sperimentazione.
Con il cuore pieno dei ricordi delle mie merende d’infanzia, ho voluto realizzare questa confettura rendendo “adulto” il sapore delle banane, attraverso contrasti di sapore: la vellutata dolcezza dei frutti, le note amare, tostate e appuntite del caffè espresso e quelle eleganti e golose della vaniglia.
Ingredienti
(dosi per 4 vasetti da 150 ml)
1 Kg di banane (il peso si riferisce ai frutti già privati della buccia e dei filamenti interni)
300 gr di zucchero semolato
1 limone non trattato
60 ml di caffè espresso (4 cucchiai)
15 ml di estratto naturale di vaniglia (1 cucchiaio)
Procedimento
Taglio le banane a tocchetti, le sistemo in una pentola capiente e unisco lo zucchero, il succo e la polpa del limone, la scorza di metà agrume e l’estratto di vaniglia.
Mescolo con cura e lascio macerare per due ore, coperto.
Porto lentamente a bollore e cuocio a pentola coperta fino a quando le banane sono disfatte, dopodiché frullo la confettura con un frullatore a immersione.
Alzo la fiamma e, mescolando spesso, cuocio fino a che il composto supera la “prova piattino” (un cucchiaino di confettura posato su un piattino freddissimo, inclinato, deve scivolare molto lentamente).
Aggiungo il caffè e mescolo accuratamente.
Verso la confettura bollente nei vasetti lavati, ben sciacquati e sanificati per 20 minuti in acqua bollente e chiudo con coperchi rigorosamente nuovi.
Capovolgo i vasetti su un canovaccio pulito, li copro con un secondo canovaccio e lascio raffreddare completamente.
Sanifico i vasetti pieni ponendoli in una pentola di acqua a temperatura ambiente e proteggendoli dal contatto reciproco avvolgendoli in uno straccio pulitissimo. Lascio bollire per 20 minuti. Spengo la fiamma e attendo che il tutto si raffreddi.
Tolgo i vasetti dall’acqua e verifico che si sia creato il sottovuoto (assenza di “click clack” premendo la sommità del tappo).
Ripongo in luogo buio, fresco e asciutto.
Nota importante: il metodo di sanificazione illustrato sopra non corrisponde alla sterilizzazione che è ottenibile con strumenti professionali. Al momento di consumare la confettura, per scongiurare rischi, è importante effettuare un esame visivo e olfattivo della stessa. La confettura si conserva per alcune settimane nei barattoli sigillati e deve essere riposta in frigorifero e consumata entro due o tre giorni una volta aperta.
Autore: Paola “Slelly” Uberti
Blog: SLELLY – The Dark Side of Kitchen