Navelli, Rocca Calascio e Santo Stefano di Sessanio: tre meraviglie tra uomo e natura.
Dopo due splendide giornate trascorse alla scoperta di alcuni tra i borghi più belli di tutto l’Abruzzo interno (giorno #1, giorno #2), l’ultima tappa del Tour Qui Da Noi insieme a Confcooperative Abruzzo non poteva che regalarci altre perle di assoluta bellezza. Dopo aver conosciuto le cooperative di comunità dei luoghi dove abbiamo fatto tappa, spesso neonate ma già importante volàno di sviluppo e crescita, la terza e ultima giornata si concentra maggiormente sul patrimonio paesaggistico e naturale.
La mattinata inaugura con una breve visita al borgo di Navelli, oggi prevalentemente abbandonato o in fase di restauro: tra gli stretti vicoli che si snodano a partire da Palazzo Santucci si respira un’aria di storia e tradizione. I pochi abitanti del borgo portano ancora oggi avanti le antiche feste e tradizioni popolari, come i festeggiamenti per la Festa della Madonna del Gonfalone, la seconda domenica di maggio. Durante la nostra visita, il giovedì precedente, veniamo accolti dalle signore, impegnate nella preparazione dell’impasto del pane e dei dolci che saranno distribuiti la domenica durante i festeggiamenti in paese.
Seconda tappa la mozzafiato Rocca Calascio, che ci accoglie con un clima ventoso, freddo, quasi temporalesco: nonostante il meteo poco accogliente, la bellezza del luogo lascia senza fiato. Il Castello, situato su un crinale a 1.460 metri di altezza, domina il sottostante borgo medievale di Calascio, e fu costruito intorno all’XII secolo dopo cristo con finalità di avvistamento, a seguito della conquista da parte dei Normanni. Oggi è parte del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, ed è divenuto celebre al grande pubblico dopo essere stato location di riprese cinematografiche per i film Ladyhawk del 1985 e Il Nome della Rosa, nel 1986.
Ultima tappa del nostro viaggio è infine il borgo di Santo Stefano di Sessanio, protagonista sin dagli anni 2000 del visionario progetto imprenditoriale di Daniele Kihlgren, che ha saputo magistralmente trasformare alcune case del borgo in un albergo diffuso di charme, capace di condurre i propri ospiti all’interno di un’atmosfera medievale, in camere dallo stile autentico ma comunque attrezzate con i comfort più moderni. Oggetto di un turismo selezionato, internazionale così come interno, l’Albergo Diffuso di Sextantio è ormai un marchio di fabbrica del borgo, che si è negli anni ripopolato di botteghe artigianali, piccole taverne e ristoranti per accogliere il grande flusso turistico in arrivo specie durante la bella stagione.
Abruzzo: terra di sapori, persone e tradizioni autentiche, dove la cooperazione di comunità sta giocando un ruolo importante nel recupero e rivitalizzazione di borghi ricchissimi di storia e cultura, nell’ottica di un modello di sviluppo lento e sostenibile, attento al territorio e all’ambiente. Terra dal grande potenziale ancora spesso inesplorato, capace di soddisfare le esigenze di diversi tipi di turista, con una predilezione tuttavia per un turismo lento, riflessivo e legato a doppio filo con il territorio ospitante. Il nostro invito è sicuramente a visitarlo a cuore aperto, prediligendovi le sue zone più nascoste e impervie, capaci di regalare momenti assolutamente indimenticabili…
Foto credit: Claudia Primangeli