Se pensiamo a una ricetta che preveda l’uso di distillati, ci vengono subito in mente le Pennette alla Smirnoff (con vodka e salmone), un classico della cucina anni ’80, immancabile nei menù dei ristoranti italiani. Ma leggendo notizie qua e là e confrontandoci con il referente del settore distillati di Agri Rete Service, Simone Di Capua, abbiamo appreso che esistono varie tipologie di distillati in grado di far fare la differenza ai nostri menù!
Generalmente, in cucina, siamo abituati a considerare solamente il vino, un ingrediente che si sposa alla perfezione con piatti a base di pesce (vino bianco) o di carne (vino rosso). Tuttavia, soprattutto negli ultimi anni, anche la birra con i suoi bouquet aromatici è stata riscoperta dagli chef più intraprendenti. I distillati, invece, sono considerati un mondo a parte… al massimo possono costituire un dopo-pasto, o una pausa “digestiva” a metà di un pranzo o una cena particolarmente voluminosi.
Per capire come utilizzare i liquori in cucina, vi consigliamo di effettuare delle prove senza avere paura di sbagliare. Un distillato è per natura invasivo dal punto di vista organolettico, e il rischio di soffocare i sapori del prodotto principale è effettivamente alto. Tuttavia, se si riesce a gestire correttamente questo aspetto, anche i liquori possono rivelarsi un’arma vincente per qualsiasi cuoco in possesso di coraggio e creatività!
In generale, i distillati a lungo invecchiamento hanno un sapore più persistente, mentre quelli più giovani risultano più delicati. Allo stesso modo, i liquori invecchiati in barrique presentano un bouquet di sapori molto più forte, esaltato dai tannini del legno; al contrario, quelli conservati in altre tipologie di recipienti si rivelano più gentili al gusto.
#1 WHISKY
Per risotti o per piatti a base di pesce.
Esistono diversi tipi di whisky in commercio, quello prodotto esclusivamente in Scozia secondo un rigido disciplinare controllato da ufficiali della Dogana Reale, il whisky americano (bourbon) e anche il whiskey irlandese, che si scrive con la “e” per differenziarlo dagli altri. Fra questi vengono distinti i blend, ovvero i whisky ottenuti da più maltature di cereali diversi, e i single malt, ottenuti dalla maltatura del solo orzo.
Ma ora concentriamoci su due famiglie principali:
I whisky torbati dell’entroterra.
Sono gli scotch classici, quelli dal sapore rotondo e morbido, con sentori di affumicatura molto persistenti. Essendo un distillato che esalta il sapore del cereale da cui ha origine, può essere usato per sfumare un risotto, conferendogli un sapore più deciso e intenso.
I whisky salmastri delle coste.
Questi whisky vengono fatti invecchiare in cantine collocate a ridosso delle coste scozzesi, che nelle notti di alta marea si allagano. Il sentore dell’acqua marina penetra attraverso il legno delle botti e si fonde con quello del liquore, dando vita a un liquido dallo spiccato sapore di mare. Una varietà di whisky, quindi, che si sposa perfettamente con piatti a base di pesce, dei quali riesce a esaltare la salinità e la morbidezza delle carni.
#2 BOURBON
Il whisky americano per le laccature delle carni rosse.
I bourbon sono praticamente tutti dei blend, in cui l’orzo si combina con altri cereali, in particolare segale e avena. Essendo uno dei liquori con la componente zuccherina più elevata, il suo utilizzo principale è nelle laccature di succose carni rosse, grigliate o affumicate.
#3 RUM
Alleato della pasticceria.
Il distillato caraibico per eccellenza ha lo stesso utilizzo del bourbon, dato l’alto livello di zuccheri che possiede. Ma a dirla tutta, il rum si abbina molto bene anche con le carni bianche e, come se non bastasse, lo troviamo anche tra gli ingredienti utilizzati in pasticceria, basti pensare al babà campano o al bonèt piemontese, per citare due ricette della cucina tipica regionale. Si può scegliere il livello di incidenza zuccherina variando dal rum bianco (bassa) all’ambrato (media) fino allo scuro (alta).
#4 GIN
Per carni in padella o al forno.
I sentori erbacei di questo distillato – ottenuto grazie alla prolungata infusione di erbe, spezie e bacche, tra cui quelle di ginepro ovviamente – lo rendono adatto ad accompagnare la cottura di carni in padella o al forno, tecniche che, infatti, esaltano al massimo la concentrazione degli aromi. Un’altra idea vincente, è quella di utilizzarlo per le marinature, magari stemperandolo con un elemento acido (limone o pompelmo).
#5 TEQUILA
L’abbinamento con le spezie.
Anche la tequila può riservare piacevoli sorprese in cucina. Grazie alla sua forte aromaticità si rivela un perfetto esaltatore di sapori per verdure dal gusto particolarmente intenso, come i peperoni, i pomodori o il cavolo. Anche la laccatura della carne è una pratica in cui la tequila mostra una certa versatilità, specie se abbinata a spezie particolarmente piccanti.
Ora che hai qualche elemento in più,
sperimenta i distillati in cucina
ed elabora il tuo personale menù da proporre in famiglia o agli amici!