Schisceta, cestino, barachin, camella o gamella, su strezu, mirtol, gluppa, marenna, doggy bag, lunch box… modi dialettali o internazionali per identificare il pranzo portato da casa. La schiscetta, italianizzato dal dialetto lombardo, fa derivare il suo nome dal contenitore che permetteva di contenere e trasportare il cibo (in gergo più comune gavetta o portavivande) per la pausa pranzo di operai e studenti.
Icona del boom economico, il portarsi da casa il cibo è tornato di moda soprattutto per una questione di salute o di gusti ma anche per velocità di consumo (piuttosto che aspettare di essere serviti in ristorazione collettiva) oppure più semplicemente per una questione di economicità.
La mia schiscetta ideale, in genere, o è un avanzo della cena del giorno precedente oppure uno svuota frigo quando magari ho piccole quantità di ingredienti da consumare in qualche modo e, messe insieme, diventano un pasto, come in questa ricetta preparata senza lattosio e a basso contenuto in sale e con un ingrediente del Medioriente, per un tocco internazionale.
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Ingredienti
(dosi per 1 schiscetta)
60 g di cous cous palestinese di grano duro precotto a grana grossa
½ petto di gallina da brodo (lessata precedentemente)
20 g di piselli fini (freschi o surgelati)
1 carota piccola
30 g di mais dolce già lessato
150 mL di brodo di gallina
Olio extravergine d’oliva q.b.
Procedimento
Lavare, mondare e tagliare a pezzetti la carota.
In una padella antiaderente far scaldare un filo d’olio e far saltare le verdure per 10 minuti.
Lavare sotto acqua corrente il cous cous, aggiungerlo alle verdure con il brodo di gallina e lasciar cuocere per circa 10 minuti.
Aggiungere la carne di gallina sfilacciata e mescolare velocemente.
Prima di consumarlo è possibile aggiungere un filo d’olio che aiuta a sgranare il cous cous.
Autore: Monica Martino
Blog: Esperimenti in cucina – Una biologa ai fornelli