«Nonna, facciamo le Bugie di Carnevale?»
Questo era uno dei mantra che recitavo a casa di Iucci (così era soprannominata la mia nonna paterna).
Quando andavo da lei, nativa di Spilamberto e trasferitasi nella mia città a vent’anni, ex abilissima sarta che, in due guerre e in una Torino sofferente, ne aveva viste di tutti i colori, prima giocavo con i bottoni, poi preparavo le Bugie di Carnevale (in effetti le chiedevo di farle in ogni stagione, ma questa è un’altra storia…).
Io aiutavo la mia nonna a impastare (rigorosamente a mano, in puro stile emiliano), stendere e tagliare la sfoglia. Alla frittura pensava lei perché era roba da grandi, mentre io gioivo nel guardare quelle dorate e profumate delizie gonfiare e diventare croccanti.
Poi era il momento di asciugare le Bugie di Carnevale sulla carta del pane (perché se due guerre insegnano qualcosa è che si ricicla tutto il possibile, anche quando si ha la fortuna di poter comprare ciò che si vuole), di cospargerle con lo zucchero e di mangiarle a merenda.
Gustare le Bugie di Carnevale che facevo con Iucci, ogni volta corrispondeva a un piacevole rimescolamento interiore di emozioni note e per questo rasserenanti, che nascevano da un sapore che assocerò a lei per sempre.
Ora che la mia nonna non c’è più, è la madre del mio compagno a preparare le Bugie di Carnevale per tutta la famiglia.
A lei va un grande grazie per avermi passato la ricetta e alla mia nonna va il mio abbraccio più caldo, perché ciò che preparavo assieme a lei, era “bugiardo” solo nel nome. Dentro c’erano (e ci sono), affetto sincero e spontaneo.
Ingredienti
(dosi per 6-8 persone)
200 grammi di farina 00 + un po’ per stendere la pasta
200 grammi di farina Manitoba
100 grammi di burro morbido a pezzetti
2 cucchiai di zucchero semolato + un po’ per cospargere le Bugie dopo la frittura
8 grammi di lievito per dolci non vanigliato
1 uovo
alcune gocce di estratto naturale di vaniglia
un pizzico di sale
vino bianco secco q.b.
olio di arachidi per friggere q.b.
Procedimento
Setaccio le farine sulla spianatoia e creo la classica fontana con cratere centrale.
All’interno di quest’ultimo rompo l’uovo e aggiungo burro, zucchero, lievito, estratto naturale di vaniglia, sale e poco vino bianco.
Mescolo con una forchetta e inizio a incorporare la farina portandola dall’esterno verso il cratere.
Impasto a lungo aggiungendo altro vino bianco al bisogno: devo ottenere una pasta morbida ma non appiccicosa (la quantità di vino è variabile poiché dipende dal grado di assorbimento delle farine che cambia in base alla qualità e alla marca delle stesse).
Formo una palla, la avvolgo con pellicola da cucina e lascio riposare in frigorifero per 30 minuti.
Trascorso il tempo di riposo, divido la pasta in piccoli panetti.
Sulla spianatoia leggermente infarinata, o con l’apposita macchina tira-sfoglia, tiro ogni panetto in una sfoglia molto sottile.
Piego ogni sfoglia su se stessa e la stendo nuovamente.
Ripeto l’operazione per 5 volte.
Alla fine del processo la pasta deve essere perfettamente liscia.
Copro con un canovaccio e lascio riposare per un’altra mezz’ora.
Riscaldo abbondante olio di arachidi in una padella di ferro a bordi alti oppure in una pentola per fritture dotata di cestello, portandolo a 175°C.
Per verificare se l’olio è in temperatura, uso un termometro apposito. In mancanza di questo strumento (che consiglio caldamente), friggo una piccola quantità di impasto. Se scende sul fondo per poi salire subito a galla, l’olio è pronto.
La temperatura dell’olio è fondamentale. Se è troppo bassa le Bugie di Carnevale si impregnano, risultando unte, pesanti e molli. Se, al contrario, la temperatura è troppo alta le Bugie si carbonizzano e si sviluppano sostanze dannose.
A proposito di olio, io utilizzo quello di arachidi perché ha un punto di fumo molto alto. È possibile usare l’olio extra-vergine di oliva, ma, per alcuni tipi di frittura, come nel caso delle Bugie di Carnevale, preferisco un olio insapore.
Altra raccomandazione: per questioni di salute e igiene, mai riutilizzare l’olio usato per friggere. So che quello di qualità non costa poco e che gettarlo sembra uno spreco, ma farete qualcosa di buono per la vostra e altrui salute.
Taglio la pasta nella forma desiderata (in questo caso triangoli), utilizzando una rotella dentellata.
Friggo le Bugie di Carnevale fino a quando sono gonfie e dorate, rivoltandole a metà cottura e avendo cura di cuocerne poche alla volta per evitare di abbassare troppo la temperatura dell’olio.
Prelevo le Bugie con un mestolo a rete per fritture (anche chiamato “ragno”), e le asciugo su carta assorbente prima di cospargerle con un po’ di zucchero semolato.
Le Bugie di Carnevale si conservano per un paio di giorni in un contenitore di metallo ben chiuso, sistemato in ambiente buio e asciutto.
NOTA IMPORTANTE
L’olio utilizzato per friggere non deve essere smaltito versandolo negli scarichi domestici o con altri metodi che non prevedano di coinvolgere operatori designati. Deve essere filtrato, versato all’interno di un apposito contenitore e consegnato in un centro di raccolta deputato, come le isole ecologiche. Per qualsiasi informazione al riguardo potete rivolgervi al vostro Comune di residenza.
Autore: Paola “Slelly” Uberti
Blog: Slelly