Spesso ci preoccupiamo di controllare quanti carboidrati introduciamo con la dieta, prestiamo molta attenzione agli zuccheri, a non esagerare con i dolci e i grassi ed è ovviamente un atteggiamento prudenziale corretto, ma del sale chi si preoccupa?
Ecco, per abitudine non ce ne curiamo minimamente, mentre invece dovremmo proprio imparare a leggere in etichetta la quantità di sale presente soprattutto in tantissimi alimenti confezionati che abitualmente acquistiamo. Perché l’abuso del consumo di sale per la popolazione italiana, ha destato un grave allarme in campo medico, dal momento che porta con sè tutta una serie di problematiche correlate alla salute. Primo fra tutti un aumento della pressione arteriosa che risulta essere direttamente proporzionale all’aumentato consumo di sale giornaliero (più mangio salato e più la pressione diventa alta) con un conseguente aumentato rischio di ictus, infarto e malattie cardiovascolari, di cui già soffriamo per altri errori alimentari correlati ad una cattiva alimentazione (obesità e diabete).
Il sale è stato tuttavia definito il “killer silenzioso”. Molti infatti sono i cibi “insospettabili” che lo contengono, perfino i dolci, gelati e biscotti, visto che il sale è un “esalatore di sapidità”, ovvero è in grado di esaltare i sapori (anche dolci), per cui viene abbondantemente utilizzato dall’industria alimentare, in tantissimi cibi preconfezionati, per regalare un miglior sapore. E’ inoltre utilizzato anche come conservante nei prodotti inscatolati, presente nel pane e nella pizza in gran quantità e anche in tantissimi snack: non solo tarallini, cracker e grissini, ma anche snack dolci. Peccato che la somma di tutto il sale che introduciamo nell’arco della giornata, alla fine sia davvero eccessivo e pericoloso per la salute.
Un dato molto interessante è che un eccessivo consumo di sale va spesso di pari passo con un basso consumo di potassio, invece importantissimo per la salute nervosa e muscolare, in particolare quella cardiaca. Dovrebbe infatti essere esattamente il contrario, dal momento che il potassio ci aiuta ad eliminare il sodio dovremmo farne maggiormente uso per il suo ruolo fondamentale contro l’ipertensione.
Curioso osservare che il potassio sia contenuto esattamente in quegli alimenti il cui consumo è da anni consigliato da tutti i nutrizionisti! Volete sapere quali? Sempre loro: in particolare ricchissimi di potassio sono i legumi e la frutta secca, ma anche i cibi freschi in particolare alcune verdure e ortaggi.
Bisogna tuttavia prestare molta attenzione anche alla modalità di consumo di questi alimenti ed utilizzare ad esempio i legumi freschi o secchi, perché quelli inscatolati sono ricchissimi di sale, lo stesso vale per le verdure conservate.
La quantità di sale consigliata dai LARN dovrebbe essere inferiore a 5 grammi di sale al giorno, la media italiana supera invece i 10 grammi al giorno!
Le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano di introdurre meno di 2 grammi di sodio con la dieta giornaliera. Dobbiamo però moltiplicare questo valore di ben 2,5 volte, poiché 2 grammi di sodio corrispondono a circa 5 grammi di sale da cucina, che sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da the. Sembra davvero esagerato riuscire a consumare più di un cucchiaino di sale al giorno, ma dobbiamo tener presente che nel calcolo del consumo giornaliero di sale complessivo, va tenuto in considerazione anche il sodio contenuto negli alimenti e nelle bevande. Secondo le stime della Commissione Europea, il sale presente nei cibi industriali o consumati fuori casa è più del 75% della quota mediamente consumata e quello aggiunto nelle preparazioni domestiche rappresenta invece solo il 10% circa. Questo significa che dovremmo prestare moltissima attenzione oltre che al cibo che prepariamo in casa, riducendo ovviamente l’utilizzo del sale, soprattutto alla quantità di sale che contengono gli alimenti confezionati che acquistiamo, leggendo sempre attentamente l’etichetta e prediligendo gli alimenti a “basso contenuto di sodio” (o di sale).
Fino allo scorso anno in etichetta era indicata la presenza di sodio, che poteva fuorviare l’attenzione del consumatore, ora invece per l’etichetta nutrizionale è obbligatorio utilizzare la dicitura “sale”, di più immediata comprensione per tutti. Non abbiamo più scuse dunque, gli strumenti ci sono, impariamo però ad utilizzarli, essendo consumatori più attenti e consapevoli prima di tutto per noi stessi e in particolar modo per i bambini, scegliamo cibi il più possibile genuini e freschi, riducendo al minimo il consumo di cibi confezionati.
ATTENZIONE ALIMENTI AD ALTO CONTENUTO DI SALE SONO QUELLI CON VALORI > 1-1,2 g/100 g
ALIMENTI A BASSO CONTENUTO DI SALE < 0,3 g/100 g
Le quantità di sale nascoste nel piatto
300 g di pizza rossa o bianca = 5 grammi
50 g di pane (una fetta) = 0,38 grammi
20 g biscotti dolci (2-4 biscotti) = 0,10 grammi
50 g di parmigiano = 0,75 grammi
50 g di prosciutto crudo dolce (3-4 fette medie) = 3,23 grammi
50 g di prosciutto cotto (3-4 fette medie) = 0,90 grammi
50 g di salame di Milano (8-10 fette medie) = 1,87 grammi
100 g mozzarella vaccina = 0,50 grammi
20 g Parmigiano grattugiato (1 cucchiaio) = 0,15 grammi
Fonte: Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione