Dott.ssa Nicoletta De Lorenzo: dati statistici nazionali sulla diffusione dei DCA e obesità

Il “Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute” descrive i disturbi del comportamento alimentare (DCA) come una vera e propria “emergenza di salute mentale” per gli effetti devastanti che essi hanno sulla vita di adolescenti e giovani adulti.

I primi sintomi di un disturbo del comportamento alimentare insorgono prevalentemente in età evolutiva e, come riporta la letteratura scientifica al riguardo, il tasso d’incidenza tende ad aumentare mentre l’età di insorgenza sembra sempre più abbassarsi, includendo la fase della preadolescenza.

OLF8YK0I ragazzi oggi sono molto attenti alle imperfezioni del proprio corpo e spesso se ne vergognano, derivando la loro autostima più dalla propria immagine che non da capacità e competenze.

I vissuti di inadeguatezza e la rigidità dei modelli estetici imperanti possono interagire con altri fattori di rischio di tipo psicologico e contestuale inducendo l’adolescente ad attaccare il proprio corpo attraverso un pericoloso utilizzo del cibo.

Secondo i Quaderni della Salute-Rapporti ISTISAN, 2013 nella popolazione generale di età maggiore di 18 anni e di sesso femminile sono stimati tassi di prevalenza lifetime dello 0,9% per l’anoressia nervosa, dell’1,5% per la bulimia nervosa e del 3,5% per il BED.

L’incidenza dell’anoressia nervosa è stimata essere di almeno 8 nuovi casi per 100.000 donne in un anno, mentre quella della bulimia nervosa è di almeno 12 nuovi casi per 100.000 donne in un anno. Negli studi condotti su popolazioni cliniche, i maschi rappresentano tra il 5% e il 10% dei casi di anoressia nervosa, tra il 10% e il 15% dei casi di bulimia nervosa e tra il 30% e il 40% dei casi di BED. Le persone con anoressia nervosa, in particolare, hanno una mortalità tra le 5 e le 10 volte maggiore di quella delle persone sane della stessa età e sesso.

Alte percentuali sussistono anche per quanto riguarda l’obesità, soprattutto alti tassi nell’obesità infantile a livello nazionale.

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Immagine tratta dal sito: http://www.who.int/end-childhood-obesity/final-report/en/

Il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica (Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute) ha definito che a livello globale, il numero di bambini obesi o in sovrappeso, con meno di 5 anni di età, è passato da 31 milioni nel 1990 a 41 milioni nel 2014, con un aumento della prevalenza dal 4,8% al 6,1%. Una crescita che trova in prima linea principalmente i bambini che vivono nei Paesi a basso-medio reddito e che mette sempre più in evidenza la necessità di azioni dedicate. Si inserisce in questo contesto il lavoro della Commission on Ending Childhood Obesity (Echo) che, il 25 gennaio scorso, ha pubblicato il proprio report conclusivo. Istituita nel 2014 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la Commissione ha coinvolto oltre 100 Paesi membri con l’obiettivo di fornire raccomandazioni ai governi per prevenire lo sviluppo di obesità nelle giovani generazioni, ridurre il rischio di morbosità e mortalità a causa di malattie non trasmissibili, nonché diminuire gli effetti psicosociali negativi dell’obesità sia in infanzia che in età adulta.

Il sistema di sorveglianza in età infantile OKKIO alla Salute Ministero della Salute stima che in Italia i bambini tra i 6 e gli 11 anni con problemi di eccesso ponderale siano ben 1 milione e centomila. Il 12% dei bambini risulta infatti obeso, mentre il 24% è in sovrappeso: più di un bambino su tre, quindi, ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età. Tali dati sono allarmanti ed hanno portato gli operatori del settore sanità alla creazione e attuazione di programmi di prevenzione primaria e secondaria a livello nazionale.


Articolo a cura di Nicoletta De Lorenzo, Psicologa-Psicoterapeuta Specialista in disturbi alimentari e obesità, Responsabile terapeutico area disturbi alimentari, Responsabile e referente progetti di prevenzione sui disturbi del comportamento alimentare e obesità Cibiamoci, Psicologo-Psicoterapeuta strutture semiresidenziali riabilitative psichiatriche Società Cooperativa Sociale Anthropos Giovinazzo (Bari).

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