Metti che alla Festa della Casciotta d’Urbino dello scorso settembre incontri Neri Marcorè. Metti che una sera ti ritrovi a cena in sua compagnia. Metti che in sala ci siano anche tanti produttori agroalimentari delle Marche e del Piemonte. Metti che una buona bagna caoda della tradizione piemontese aiuti a trascorrere una serata in allegria, ovviamente all’insegna del QUI DA NOI di Confcooperative.
Come non arrivare a parlare di buon cibo e buona cucina italiana?
Neri Marcorè è una piacevolissima compagnia a tavola. Delle sue capacità professionali parlano i suoi successi. Persona gentile, simpatica, brillante.
Non ci tratteniamo dal chiedergli qualche cosa in più del suo rapporto con il cibo.
Che cosa non manca mai sulla tua tavola? Ci guarda e sorride: “Diciamo che posso fare a meno di quasi tutto, tranne che della qualità”.
Parliamo allora del tuo piatto preferito.
“I vincisgrassi. Sono delle lasagne marchigiane. Un piatto tipico, nato dopo la prima guerra mondiale. Si alternano strati di besciamella, mozzarella e fegatelli. Ricordo ancora di quando aiutavo mia nonna e mia mamma. Collaboravamo sempre alla realizzazione di questo piatto per le feste, per la domenica.”
Sorride, forse con un pizzico di nostalgia, sia per i ricordi di famiglia che per il sapore dei vincisgrassi…
Ti piace cucinare? “Diciamo che mi piacerebbe, ma non ho molto tempo. Cucino solo per necessità”.
Allora proviamo a stuzzicare la sua fantasia ai fornelli. E se avessi del tempo per cucinare, quale menù proporresti per una cena tra amici? Qui scatta un lungo elenco di proposte e di creatività… “Dipende dalle stagioni. In inverno tortellini e cappelletti in brodo, così uniamo Marche e Piemonte, ovviamente con un bel e buon bollito a seguire. Una giardiniera e l’insalata russa. In estate potrei puntare sul pesce, un primo di vongole e bottarga, un secondo di pesce arrosto”.
Si vede e si sente che la tavola è un piacere!
Torniamo allora alla famiglia… qualche altro ricordo in cucina?
Si apre un mondo… “Oh si, certo. Tanti ricordi. Per esempio quando si macellava il maiale. Si diceva “fare la salata”. Ogni anno si macellava il maiale. Un’occasione in cui si riuniva tutta la famiglia a lavorare, insieme al maestro salatore… Oppure anche quando si metteva il pomodoro in bottiglia. Quintali di pomodori tagliati e messi in bottiglia, spinti con uno stecco di legno… ognuno aveva un compito preciso e si lavorava tutti insieme. Oppure ancora il dolce natalizio frustingu che ha ben 25 ingredienti, tra questi fichi e frutta secca. Una preparazione infinita! Ogni famiglia regalava il proprio dolce a vicini, amici, era uno scambio continuo di frustingu perché ciascuno aveva qualche cosa di diverso dagli altri.”
Dopo questo tuffo nei ricordi del passato, torniamo nel presente: se dovessimo dare un buon consiglio ai nostri produttori italiani?
“Direi loro di puntare sulla qualità, sulla serietà, sull’onestà nel rapporto con i propri clienti. Magari guadagnando meno nell’immediato, ma raccogliendo sicuramente i frutti del proprio lavoro nel medio e lungo termine.”
Immancabile e doveroso un pensiero alle “tue” Marche… “Sono certo che tutti i territori italiani colpiti dal sisma sapranno davvero risorgere. Sapranno riprendersi da questo periodo difficilissimo perché da sempre sono persone abituate al lavoro, alla fatica, al sacrificio. Ce la faremo e sapremo fare tesoro di quello che è successo per il futuro”.
Non possiamo non finire questa bellissima chiacchierata con un pensiero positivo: a che cosa brindiamo?
“Intanto ovviamente brindiamo con un buon Verdicchio! Vorrei brindare all’ospitalità, al senso di accoglienza, senza mai snaturare le proprie caratteristiche e tradizioni… alla genuinità insomma. E poi all’amicizia, tipo quella che intercorre tra Marche e Piemonte!”.