Quando ero bambina, in campagna, mi capitava di trovare nidi d’uccello caduti dagli alberi esplorando il giardino.
Ogni volta era una festa segreta, una gioia intima, un’avventura tutta personale nella natura.
Ricordo in particolare un nido che osservai a lungo, nei minimi dettagli.
La prima cosa che feci fu toccarne l’interno. Era morbido, caldo, accogliente.
Ho ancora negli occhi l’immagine di quel piccolo capolavoro di architettura animale generato dall’istinto, dalle cure parentali innate, dalla spinta ancestrale a perpetrare la specie, a proteggere i propri piccoli nell’attesa che si compia il miracolo del loro primo volo.
Tra fili di paglia, rametti sottilissimi, bianche e soffici piume, perfettamente intrecciato con gli altri elementi, c’era un brandello di tessuto rosso.
Bastò quello a posare i miei pensieri sulle ali dell’uccello che il nido l’aveva costruito. Mi chiesi dove si fosse posato per raccogliere ciò che gli servì per crearlo. In quali zone del giardino.
Forse tra le siepi, all’ombra delle quali la terra era sempre umida e le lumache deponevano le loro uova.
Forse sulla ghiaia, che per lui doveva essere una distesa di massi tra i quali si nascondevano le materie prime necessarie alla sua opera di edilizia naturale, autenticamente biocompatibile.
Forse sotto al grande tavolo di legno che usavamo per pranzare nelle giornate estive, dove, durante i lunghi pomeriggi, una delle mie zie allestiva la sua macchina da cucire e lavorava.
Già, ecco dove l’uccello poteva aver trovato quel brandello di stoffa. Uno scarto umano divenuto una risorsa per un animale che in essa riconosce caratteristiche ideali.
Quel nido…era così bello con la sua leziosa componente di tessuto rosso. Lo tenni tra le mani per molto tempo chiedendomi cosa farne. Avrei voluto conservarlo, ma sarebbe stato un gesto rivolto esclusivamente a me stessa. Sentivo che sarebbe stato come rubare.
Non so se il nido che posi ai piedi di un enorme ginepro fu in qualche modo utile ad altre creature. Volli restituirlo alla natura come segno del mio rispetto e della gratitudine per avermi regalato un momento di intensa emozione. Del resto, il mondo non ci appartiene. Noi apparteniamo ad esso.
Ingredienti
(dosi per 2 persone)
24 fogli di pasta fllo tagliati in quadrati di 12 x 12 cm
80 grammi di filetti di sgombro in olio extravergine di oliva di alta qualità
60 grammi di ricotta vaccina freschissima
2 foglie di menta fresca + alcune per la decorazione
Alcuni rametti di timo fresco
1 cucchiaio scarso di olio extravergine di oliva + un po’ per ungere gli stampi e la pasta phyllo
1/2 cucchiaino scorza di limone non trattato grattugiata al momento
Alcune gocce del succo dell’agrume
Sale q.b.
Pepe nero macinato al momento q.b.
Procedimento
Riscaldo il forno a 180°C in modalità statica.
Divido la pasta fillo in due gruppi da 12 fogli sovrapposti ciascuno.
Ungo due stampi antiaderenti da muffin con un po’ di olio extravergine di oliva e vi sistemo la pasta fillo (12 fogli per ciascuno stampo).
Devo creare due nidi: la pasta deve fuoriuscire abbondantemente dai bordi degli stampi. Spennello con un po’ di olio extravergine di oliva internamente ed esternamente.
Cuocio in forno a 180°C per circa 10 minuti o fino a quando la pasta fillo è dorata e croccante.
Una volta cotti, sistemo i nidi su una griglia per dolci affinché si raffreddino completamente.
Scolo lo sgombro dall’olio di conservazione e lo tampono delicatamente con carta da cucina avendo cura di rimuovere eventuali spine.
Setaccio la ricotta e la unisco al pesce in una capace ciotola.
Aggiungo un po’ di timo sfogliato, le foglioline di menta tagliate a striscioline sottili, 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva, la scorza di limone, alcune gocce di succo dell’agrume e una macinata di pepe nero.
Mescolo il tutto con una forchetta per ottenere un composto omogeneo e piuttosto grossolano (i filetti di sgombro si romperanno). Assaggio e regolo di sale.
Con l’aiuto di un cucchiaio, riempio i nidi di pasta phyllo, decoro con foglioline di menta e servo.
Autore: Paola “Slelly” Uberti
Blog: Slelly – The Dark Side of Kitchen