Solstizi e tradizioni

Oggi si festeggia Giovanni Battista, Santo patrono di moltissimi comuni del territorio italiano e non solo.

Questo giorno, però, non è conosciuto esclusivamente per la devozione a una delle più importanti personalità dei Vangeli: pensate che già nel Medioevo rappresentava una delle feste più popolari d’Occidente.

Il 24 giugno coincide infatti anche con i giorni solstiziali poiché il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva nel cielo.

Perché allora la festa di San Giovanni non coincide con il vero e proprio solstizio (21 giugno)?

Fino a che non apprendemmo la scienza astronomica e astrologica da Caldei ed Egizi, il solstizio era celebrato quando, ad occhio nudo, si constatava che il sole aveva invertito la sua rotta nel cielo, sia in dicembre (il 25), quando si era leggermente rialzato sull’orizzonte, sia in giugno, quando intorno al 24 cominciava a declinare.

Nell’antica Grecia invece, i due solstizi erano chiamati porte: “Porta degli dei e degli immortali” quello invernale, “Porta degli uomini” quello estivo. Ne parlò persino il poeta Omero nell’Odissea, spiegando che la “Porta degli uomini” volge a Borea, cioè a nord (al solstizio estivo il sole si trova a nord dell’equatore celeste) mentre la “Porta degli dei e degli immortali” volge a Noto, ovvero a sud (al solstizio invernale il sole si trova a sud dell’equatore celeste).

noce_alberoOmero descriveva la presenza di una misteriosa caverna sull’isola di Itaca nella quale vi erano le due porte: i solstizi diventano così i simboli del passaggio o del confine tra il mondo soggetto al tempo e l’eternità. Per la “Porta degli uomini”, quella del solstizio estivo, si entra nel mondo della creazione e della manifestazione individuale, per l’altra si accede invece agli stati che stanno al di sopra dell’uomo.

Secondo un’altra credenza, in questo giorno il sole (simbolo di fuoco) si sposa con la luna (simbolo di acqua), per questo la tradizione contadina e popolare usa accendere grandi falò o esporsi alla rugiada mattutina.

Col tempo la festa di San Giovanni inglobò molte di queste credenze, da cui nascono le tante usanze connesse al 24 giugno. Il Santo è simbolo di buon auspicio per il creato e la sua funzione creatrice è testimoniata anche in alcuni proverbi in uso ancora oggi, come ad esempio:

“A San Giovanni entra il mosto nel chicco”.

Anche le piante e le erbe presenti nel creato, si crede assumano un’incredibile potere curativo in questo periodo grazie all’intervento salvifico del Santo.

E poi ancora le streghe. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno, si tramanda che le streghe fossero solite incontrarsi attorno a un antico albero di noce, e che con i suoi frutti, dal mallo ancora verde e ricoperto di rugiada, preparassero il nocino proprio nella notte di San Giovanni.

Il nocino è un liquore considerato terapeutico: la tradizione vuole che le noci si raccolgano arrampicandosi scalzi sull’albero e staccando i frutti a mano, poiché l’utilizzo di utensili potrebbe intaccare il frutto, compromettendo la riuscita del liquore.

Se volete cimentarvi nella realizzazione del nocino, potrete seguire la nostra ricetta!

noci_saccoVi servirà solo:

1 kg di noci (che corrisponde a 33-35 frutti)
zucchero
alcol etilico 95°

Procedimento

Pulite le noci con un panno umido e poi lasciate che si asciughino.

Tagliatele in quattro e riponetele in un barattolo di vetro abbastanza capiente da contenerle tutte e aggiungete 800 grammi di zucchero. Ricordate che il tappo non deve avere guarnizioni in gomma.

Dopodiché cominciate a mescolare, poi chiudete il barattolo e mettetelo in una zona soleggiata per un paio di giorni.

Trascorso il tempo necessario, versate nel barattolo 1 litro di alcool etilico 95° e cominciate mescolare.

Ponete il barattolo in casa, meglio se davanti a una finestra esposta al sole.

Il liquore sarà pronto dopo almeno 60 giorni. Comunque sia, in questo periodo continuate a mescolare di tanto in tanto.

Trascorsi i 60 giorni potrete filtrare il liquido con un panno pulito e imbottigliare.


Articolo a cura di Qui da Noi e del Planetario e Osservatorio Astronomico Cà del Monte.

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Planetario e Osservatorio Astronomico G. Giacomotti
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