Cantante, conduttore radiofonico e televisivo, ha composto canzoni per alcuni dei più grandi nomi della storia della musica italiana e straniera, da Ornella Vanoni, Iva Zanicchi, Orietta Berti a Shirley Bassey…
Gli spieghiamo di cosa ci occupiamo e del perché vorremmo intervistarlo. Per lui vale la formula del “mangiare sano per vivere sano”, ci spiega, e così accetta di prestarsi alla nostra intervista.
Quali sono gli ingredienti di cui non potrebbe fare a meno? “Sulla mia tavola non manca mai l’Olio Extra Vergine d’Oliva, per me è molto importante sapere chi lo fa e quindi da dove proviene. E poi il Parmigiano Reggiano: ho un debole per i nostri prodotti italiani, eccellenze nel mondo.”
Memo Remigi scopriamo anche essere stato il testimonial della LILT, la campagna contro il fumo, con un video di grande effetto “Basta Basta Sigaretta” per la prevenzione dei tumori, un messaggio morale che sta molto a cuore all’artista data la sua scelta del vivere sano.
Lei cucina? C’è un piatto che le riesce meglio? “Sì mi piace cucinare, giusto oggi per pranzo ho preparato degli involtini di vitello – e com’è la sua ricetta? – ho utilizzato delle fettine sottilissime di carne magra di vitello, poi vi ho messo sopra a ciascuna una fetta di prosciutto crudo, del Parmigiano Reggiano, una fogliolina di erba salvia, le ho arrotolate, le ho fissate con uno stuzzicadenti per non farle aprire durante la cottura e le ho fatte rosolare sfumandole con un po’ di vino bianco.”
La sua è una cucina solitamente semplice, ci spiega, basata su cibi sani: “Anche quando devo cucinare un classico sugo al pomodoro, ad esempio, utilizzo pochissimo olio a crudo, non amo fare grandi soffritti.”
Uno dei suoi più grandi successi è Innamorati a Milano: qual è il menù perfetto per una cena romantica? “La porterei a scoprire la cucina milanese della tradizione, immersi in quell’atmosfera tipica di cui parla anche la canzone. Per cominciare le farei assaggiare i “mondeghini”, delle polpette di carne, preparate con prezzemolo, parmigiano, sale e pepe, poi un risotto all’onda tipico della vecchia tradizione milanese, mantecato con burro, parmigiano e, tocco finale, il midollo dell’ossobuco, l’ingrediente per i più raffinati. Come secondo, la classica cotoletta alla milanese. – E per dolce? – Una tazza di zabaione, fatto cuocere a bagnomaria. Per me il tocco d’artista per uno zabaione coi fiocchi è dato dal pezzetto di cannella che aggiungo prima di servirlo. Non è propriamente il classico menù romantico che ci si aspetta, lo so, ma se ti trovi a Milano non puoi non assaggiare le specialità che questa città offre!”
Ribadisce che gli piace cucinare e paragona quest’arte a quella del comporre musica: “Quando riesci a scrivere una buona melodia e un buon testo, ottieni anche l’approvazione del pubblico, una maggiore credibilità. Quindi se metti insieme bene gli ingredienti, quelli giusti, ottieni anche il consenso dei tuoi ospiti a tavola.”
Ci sono dei sapori o dei profumi che le ricordano esperienze di vita passate? “Quando sento il profumo del basilico fresco, non penso alla Liguria, come di norma uno dovrebbe pensare, ma alla Puglia. Mi trovavo in questa terra straordinaria per una tournée insieme al mio gruppo musicale. Alloggiavamo in un residence vicino a Bari e una sera ci servirono una pasta che ora ancora oggi ricordo molto bene: la crudaiola.
Pochi gli ingredienti ma è proprio la semplicità a risaltarne il gusto: filetti di pomodoro, tanto basilico fresco spezzettato con le mani, olio EVO a crudo e ricotta salata grattuggiata. Il tutto veniva lasciato riposare e poi versato sulla pasta fatta raffreddare precedentemente, formando un contrasto delizioso. E’ un piatto decisamente adatto d’estate… poi quando finivano queste scorpacciate si andava a raccogliere l’uva bianca in una vigna vicina e ci si immergeva in tutti quei profumi meravigliosi della Puglia, che amo particolarmente.”
Un’ultima domanda: che consiglio darebbe ai nostri cooperatori per promuoversi al meglio? “Devono amare il loro lavoro e quello che producono, perché il risultato sarà sicuramente positivo: se il prodotto è realizzato con amore, si trasmette più facilmente il senso di genuinità della provenienza perché quello è un prodotto che ti appartiene e l’hai ottenuto anche grazie all’amore che nutri per la tua terra. E questo è un sentimento che viene trasmesso al consumatore, che lo intuisce e si fida. Bisogna essere più credibili se si vogliono ottenere risultati.”