Tour alla scoperta della tosatura delle pecore.
Sabato 27 giugno 2015 si è svolto a Tula, in provincia di Sassari, il primo mini tour cooperativo presso l’Azienda Agricola Nuraghe Ruju.
Da tradizione, ogni anno nel mese di giugno avviene la tosatura delle pecore, in dialetto su tusolzu: un momento importante che chiama a raccolta gli allevatori e i loro amici, creando aggregazione e scambio.
Quest’anno però, un avvenimento che già di per sé è una festa, è stato reso ancora più particolare dalla partecipazione di alcuni ospiti d’eccezione appartenenti al mondo di Fedagri/Confcooperative che hanno assistito e preso parte a tutte le fasi della tosatura: Pierluigi Romiti (Direttore di Fedagri/Confcooperative), Matteo Milanesi (Ufficio legislativo-sindacale) e Gabriele Castelli (Coordinamento vitivinicolo), guidati dal padrone di casa, Isaia Puddu (Coordinamento lattiero-caseario).
Per gli allevatori la giornata è iniziata all’alba con la mungitura delle pecore. In mattinata poi sono stati raggiunti dagli amici che si sono messi subito al lavoro per riunire tutti i capi, sia agnelle da rimonta sia arieti. Oggi la tosatura non avviene più con le forbici tradizionali, ma usando macchinette specifiche, più pratiche. Si tratta di un momento delicato e fondamentale per il benessere della pecora: il vello troppo lungo infatti risulta di impedimento per gli animali che, oltre a soffrire il caldo estivo tipico della Sardegna, non sarebbero liberi di muoversi e rischierebbero di impigliarsi in rovi e arbusti.
Prima di essere tosate, pecore e agnelle sono state momentaneamente liberate dai campanacci e la pelle sottostante, danneggiata dallo sfregamento, è stata ingrassata e ammorbidita.
A questo punto, si è proseguito con la raccolta e la selezione della lana. Negli ultimi anni questa non viene più lavorata in casa per realizzare cuscini e materassi, ma viene venduta all’industria edile. Col tempo la richiesta è diminuita, le aziende hanno rinunciato a lavorarla e la lana ha gradualmente perso parte del suo valore.
Concluse tutte le fasi di tosatura e raccolta, la giornata è proseguita con un pranzo: amici e allevatori si sono riuniti per gustare alcuni dei piatti tipici della tradizione. Protagonista, ovviamente, la carne ovina nelle sue molteplici varianti. Gli ospiti hanno potuto assaggiare la pecora bollita, ricetta tradizionale della gastronomia pastorizia, seguita poi dal sangue aromatizzato alla menta. Bollendolo, si trasforma in una sorta di crema, alla quale vengono aggiunti sale, cipolla e aromi, in questo caso – appunto – la menta. Infine la cordula, ovvero l’intestino e le frattaglie dell’agnello, tradizionalmente preparato in occasione delle festività.
Il pranzo è continuato per tutto il pomeriggio, fino a sera, tra la convivialità della tavola e lo scambio culturale.
Su tusolzu è un vero e proprio rito, portato avanti dalla tradizione dei pastori sardi da generazioni. È un momento di forte aggregazione e di confronto che negli anni si è trasformato in un’occasione di ritrovo per la comunità, composta da allevatori, amici, vicini, parenti. L’impiego di nuove tecnologie e nuovi saperi non incide sullo svolgimento dell’evento, per cui si sente ancora molto forte lo spirito di festa.