La parola schiscetta è un vocabolo dialettale lombardo che si riferiva originariamente al contenitore impiegato per il trasporto di vivande e usato tipicamente da operai e studenti.
Deve il suo nome al verbo schiacciare, schiscià in milanese, perché il cibo veniva “schiacciato” nel contenitore.
La schiscetta è stata prodotta in tantissime versioni, la più nota è la “La 2000”, progettata specificamente per operai e studenti da Renato Caimi e prodotta industrialmente a partire dal 1952 in società con il fratello Mario dalla ditta Pentolux di Nova Milanese.
Ingredienti
(dosi per 1 persona)
Per la frittata:
2 uova
1 falda di peperone giallo
5 pomodorini Pachino tipo datterino
una decina di foglie di basilico
2 cucchiai di mais per impanature (o di pangrattato)
olio extravergine d’oliva q.b.
sale e pepe q.b.
Per il contorno:
una decina di pomodorini rossi verdi e gialli
30 g di rucola
1 cucchiaino di semi di girasole
1 cucchiaino di semi di lino
olio extravergine d’oliva q.b.
aceto di mele q.b.
sale q.b.
Procedimento
Per la frittata: lavate i pomodorini , tagliateli a metà. Tagliate a dadini la falda di peperone. Lavate e sgrondate il basilico.
In una ciotola sbattete leggermente le uova, aggiungete il mais, salate e amalgamate tutto.
Oliate una pirofila da forno, distribuite i pomodorini, il peperone e il basilico, salate e versate sopra il composto di uova e pangrattato.
Infornate (forno già a temperatura di 180°C) per 30/35 minuti.
Sfornate, lasciate raffreddare e mettete la frittata in un contenitore da asporto.
Per il contorno: lavate e sgrondate la rucola, mettetela nel contenitore da asporto, unite i pomodorini tagliati a metà e i semi.
Al momento del consumo condite con olio, aceto e sale.
Autore: Maria Antonietta Grassi
Blog: Il pomodoro rosso di MAntGra