Durante il corso della storia lo zafferano ha avuto gli usi più disparati.
Veniva utilizzato per profumare le stanze, tingere i tessuti, dipingere le tele, curare particolari malattie, colorare gli alimenti e insaporire le vivande.
La mitologia greca ne attribuisce la nascita all’amore ardente ma ostacolato dagli dei tra il giovane mortale Crocus e la ninfa Smilace, la favorita del Dio Ermes. I due amanti furono scoperti e trasformati, lui in bulbo di zafferano e lei nella salsapariglia, pianta conosciuta in Italia anche con il nome comune di “stracciabraghe” o “strazzacausi”.
Anche Omero, Virgilio e Ovidio parlano spesso di zafferano nelle loro opere. Nel IX e XII libro dell’Iliade, ad esempio, si narra di come Isocrate profumasse i guanciali con lo zafferano prima di andare a dormire e di come le donne troiane lo usassero per profumare i pavimenti dei templi.
Come testimoniamo sia Dioscoride che Plinio, allo zafferano venivano attribuite virtù afrodisiache già in epoca classica poiché capace d’incrementare l’attività sessuale dei maschi e accrescere la cupidigia delle femmine.
In generale, la produzione di zafferano iniziò ad aumentare durante l’Impero romano. Il lusso dell’epoca diede alla pianta una notevolissima importanza, tant’è che con essa venivano profumate le abitazioni e i bagni imperiali.
Con la caduta dell’Impero Romano la popolarità dallo zafferano venne meno, ma la sua coltura sopravvisse in Oriente, nell’impero di Bisanzio e nei paesi arabi. Furono proprio gli Arabi che, intorno all’anno Mille, ne reintrodussero la coltivazione in Europa – passando per la Spagna, e ne cambiarono anche il nome: fino al Medioevo, infatti, la pianta veniva chiamata “croco”, poi gli arabi lo cambiarono in za’faran (dal persiano sahafran) in riferimento al colore giallo assunto dagli stimmi dopo la cottura.
Nella cucina medioevale e rinascimentale lo zafferano veniva impiegato, oltre che per l’aroma, anche perché rilasciava una colorazione simile all’oro e si pensava fungesse da antidoto contro tutti i mali.
Come vedete, un tempo, possedere zafferano era una vera prova di ricchezza…