IL PROSECCO CAMBIA VOLTO

Articolo a cura di Centro Studi Assaggiatori

Che il bicchiere cambi la percezione è cosa nota e molto celebrata dal marketing di grandi aziende e di comprensori enologici. Ogni grande vino vorrebbe il suo calice, ci verrebbe da dire, ma sarebbe ancora meglio pensare a ciò che vogliamo fare esprimere al nostro vino per scegliere il bicchiere. Abbiamo svolto un esperimento su semplici consumatori usando una scheda Sensory Explorer e un Prosecco Bottega servito in una flûte stretta che viene normalmente usata per gli spumanti e nel calice Supremo della Luigi Bormioli scelto dai Narratori del gusto. Ecco le descrizioni emerse:

Flûte stretto
La forma allungata e stretta di questo bicchiere esalta la limpidezza del colore giallo paglierino del vino in esso contenuto, donandone qualche sfumatura di nero. All’assaggio si viene avvolti da una sensazione cremosa, che cela dentro di sé note di acidità e di persistente freschezza. A livello aromatico è il floreale a venire maggiormente esaltato, accompagnato da note fruttate di mela e mandorla. Non mancano nemmeno note di vegetale come l’anice, che sul finale lasciano il posto alla totale esaltazione dello speziato.

Calice Supremo Luigi Bormioli
L’ampia forma e apertura di questo calice mette in evidenza le sfumature verdoline del prosecco, esaltando però l’elevata presenza e la forma delle bollicine. Alla degustazione si viene pervasi dalla sensazione di bere uno spumante, con marcate note floreali di fiori bianchi, zagare e fiori primaverili in genere. All’olfatto emergono i profumi di frutta fresca come arance, pere e nespole, accompagnati da sentori vegetali freschi di legno verde, carota e misticanza. Anche lo speziato viene esaltato in questo calice, soprattutto nelle note di pasticceria (vaniglia) e di tostato come caramello e cacao.

Le differenze sono enormi e lasciamo scegliere a voi quale dei due calici mette maggiormente in luce il valore del vino.


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