Giornate intense per i produttori di Lambrusco e per tutti i vini italiani identificati in base al vitigno e non al luogo di produzione.
…che cosa sta succedendo?
Alla Commissione Agricoltura dell’Unione Europea si sta lavorando per liberalizzare la produzione del vino Lambrusco in altri Paesi UE. Questo perché il Lambrusco, così come molti altri vitigni autoctoni italiani, non ha un riferimento geografico, come invece accade ad esempio per il Prosecco in Veneto. Grande ovviamente la preoccupazione per mantenere l’esclusività tutta italiana del prodotto.
Dopo l’incontro del 25 gennaio con il Commissario europeo per l’Agricoltura, Phil Hogan, il Ministro Martina conferma che dalla Commissione Europea non hanno intenzione di ledere la produzione italiana liberalizzando la produzione di Lambrusco, ma la minaccia rimane comunque concreta.
Ne abbiamo parlato con il Presidente di Confcooperative Modena, Carlo Piccinini, vice Presidente della Cooperativa dei Produttori di Lambrusco di Carpi e Sorbara.
“E’ una questione che confidiamo possa trovare presto una soluzione. Bisogna dire che la risposta dell’Italia è stata univoca, forte, decisa e tempestiva. Ci sono forti pressioni di altri Paesi, come la Spagna, che vorrebbero, per motivi commerciali, poter produrre il Lambrusco anche nei loro territori. Ci sono state date ampie rassicurazioni, ma ora, come ha detto il ministro Martina, abbiamo bisogno di certezze dall’Unione Europea affinché non si creino situazioni inaccettabili per le nostre produzioni.”
Abbiamo approfittato di questa chiacchierata con il Presidente di Confcooperative Modena anche per affrontare qualche tema più “leggero” e legato alla buona cucina italiana.
Che cosa non manca mai sulla sua tavola? “Il peperoncino! So di non essere troppo emiliano in questa risposta, ma mi piace moltissimo e lo uso su tante pietanze”.
E il suo piatto preferito? “I tortellini! Ovviamente questi senza peperoncino”.
In cucina, come se la cava? “Mi piace cucinare, trovo che sia una buona tecnica di rilassamento. Mi appassiona soprattutto la cucina etnica, che ho potuto conoscere grazie ai viaggi all’estero. Quindi adesso mi diletto in piatti molto particolari”.
Parliamo di cooperazione. Che cosa significa essere cooperatori? “Prima di tutto possiamo dire che la cooperazione permette di raggiungere obiettivi che singolarmente non è possibile raggiungere. Poi vi sono alla base valori come solidarietà, condivisione. In Emilia Romagna c’è una lunghissima e grande tradizione in questo contesto. E’ normale per noi proseguire in questa direzione e portare avanti la tradizione cooperativa”.
Infine, ma non per ultimo, il Qui da Noi. Un progetto che mette al centro i valori e le produzioni cooperative. Quali sono le Vostre aspettative? “Sono tante. Sicuramente come cooperazione abbiamo perso molto tempo e comunichiamo troppo poco i valori che ci sono dentro la nostra filiera. Un prodotto che arriva dalla cooperazione è più sicuro, ci sono meno passaggi. Il Qui da noi può dunque essere uno strumento per iniziare questo discorso, per comunicare i nostri valori e i nostri prodotti. Può aiutarci davvero molto”.
Allora non ci resta, Presidente, che fare un brindisi di Lambrusco…all’Unione Europea: “Bè, speriamo che ci siano presto decisioni concrete per la tutela di questa nostra produzione. Intanto comunque brindiamo con un buon bicchiere del nostro Lambrusco”.