L’allergia alle proteine di latte vaccino (che chiameremo per semplicità APLV) rappresenta la più comune allergia alimentare soprattutto in età pediatrica.
Vengono distinte tre diverse forme di allergia:
- APLV IgE-mediate, dove quindi è coinvolto il sistema immunitario;
- APLV non IgEmediate, dove invece il sistema immunitario non è coinvolto;
- APLV in forme miste.
Numerose linee guida riescono a fornire utili indicazioni in merito agli strumenti diagnostici disponibili e alle possibili strategie terapeutiche per l’APLV.
Nei lattanti con sintomi di APLV di tipo IgE-mediato, quindi quando l’allergia è subito evidente, il test di provocazione orale per alimenti (TPO) rappresenta la migliore procedura diagnostica nella maggior parte dei casi, anche se ancora non riesce a predire la severità di reazione allergica successiva. Rivestono un ruolo importante nella diagnosi di APLV di tipo Ig-E mediato anche i test cutanei (Prick test) e il dosaggio delle IgE specifiche (RAST).
Nelle forme di APLV non Ig-E mediate, quindi con insorgenza dei sintomi ritardata e decorso cronico con meno evidente associazione tra esposizione all’allergene e comparsa dei sintomi, la diagnosi si basa sulla risoluzione dei sintomi attraverso una dieta di eliminazione dei cibi sospetti e la loro ricomparsa in seguito a nuova reintroduzione; in alcuni casi specifici potrebbe essere di aiuto anche fare indagini endoscopiche.
Il trattamento dell’APLV consiste nell’eliminazione dalla dieta quotidiana gli alimenti contenenti proteine del latte vaccino. Nei bambini di età inferiore ai 2 anni il latte materno rappresenta in questo caso la prima scelta alimentare grazie alle sue importanti proprietà nutrizionali e per la presenza di immunomodulatori naturali, i quali influenzano lo sviluppo del microbiota intestinale, permettono la maturazione intestinale e quindi arrivare a tollerare le proteine del latte vaccino. Nei casi in cui l’allergia comprende anche le proteine del latte materno, oppure non è sufficiente o non disponibile, vengono fornite all’infante le cosiddette “formule ipoallergeniche”, per ridurre o evitare l’esposizione agli allergeni delle PLV e fornendo allo stesso tempo un apporto corretto e bilanciato di sostanze nutritive per lo sviluppo corporeo.
Tra i latti speciali disponibili in commercio abbiamo:
- le formule in cui le proteine vengono frammentate in piccoli peptidi facilmente digeribili a base di sieroproteine o caseina; tali formule si sono dimostrate efficaci in oltre il 90% dei casi di APLV medio-lieve, hanno un buon profilo nutrizionale, proprietà immunomodulanti possono indurre tolleranza attiva;
- le formule a base di aminoacidi vengono indicate in caso di forme severe di APLV di tipo Ig-E mediato, oppure quando siamo di fronte a scarso accrescimento associato a forme severe di APLV di tipo non Ig-E mediato e nei casi in cui non c’è alcuna risposta con le formule di sieroproteine o caseine;
- le formule a base di proteine di riso idrolizzate sono considerate equivalenti alle prime per efficacia e tollerabilità e possono essere prese in considerazione anche come prima scelta nelle forme severe di APLV;
- le formule a base di soia rappresentano in alcuni casi una seconda scelta nei casi di APLV per la palatabilità e il basso costo, sebbene siano gravate da un importante rischio di sensibilizzazione a causa proprio della soia, un forte allergene; vengono pertanto impiegate in assenza di sintomi di tipo gastrointestinale e solo dopo i 6 mesi di età.
Vi sono poi i latti di altre specie animali (asina) il cui impiego può essere preso in considerazione solo nel caso in cui non sia possibile utilizzare una formula ipoallergenica e comunque la somministrazione di questo latte non può essere praticata prima del secondo anno di vita, insieme a una adeguata integrazione di vitamine e oligoelementi. Latte e latticini di capra, pecora e bufala non vanno introdotti a causa dell’alto rischio di reazioni allergiche in quanto il sistema immunitario del corpo può identificare le proteine dei latti appena citati e quelle di latte vaccino come simili.
Comunque sia, in tutti i casi di dieta escludente le proteine del latte vaccino è necessario implementare l’alimentazione con supplementi di calcio e vitamina D.
Bibliografia
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