Agraria Riva del Garda. La capacità di trasformare il territorio in gusto, sapore e piacere

L’Alto Garda trentino è custode di vigneti e uliveti sin dai tempi di Catullo, quando il lago era chiamato Benacus, ossia “placido”, come spesso appare ancora oggi il Garda.

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Proprio qui, da oltre novant’anni, la Cooperativa Agraria Riva del Garda porta avanti la tradizione del vino e dell’olio d’oliva dell’omonima terra con cantina, frantoio e materia prima locale coltivata dagli oltre 300 vignaioli e contadini che ne fanno parte.

«La zona dove nascono i vini – spiega Furio Battelini, direttore della produzione – ha un unicum che non si riscontra in nessun’altra parte: un territorio incastonato nelle Alpi dove si respira un clima mediterraneo con riflesso positivo sul vigneto».

Le vigne, in gran parte bio, coprono 300 ettari tutt’intomo al lago e sono popolate dalle uve tipiche della zona: Müller Thurgau, Pinot grigio, Chardonnay, Pinot nero, Merlot e Cabemet sauvignon. Lo stile dei vini è schietto e di fruibile piacevolezza, con la linea Le Selezioni a rappresentare il flore all’occhiello di una produzione che conta 240mila bottiglie. Da oltre dieci anni, inoltre, la cantina abbraccia il progetto Pica (Piattaforma integrata cartografica agri-vitivinicola) per la mappatura pedoclimatica di ogni singolo vigneto: «un supporto tecnico importantissimo per il viticoltore – chiarisce Battelini – sempre più figura centrale nella capacità di adattarsi ai repentini cambiamenti del clima».

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Passando all’extravergine di oliva, questo vale il 65% dell’intero stock di olio di oliva prodotto sui versanti trentini del Garda. I soci olivicoltori sono 80 e il frantoio lavora anche le drupe di circa 1200 olivicoltori locali, per un totale di 85mila piante, dando così respiro a una filiera agricola marginale altrimenti abbandonata.

Fonte: Leggo (articolo di Marco Castoro)