Come è nata l’idea di aprire un blog?
“Il cibo è vita, se cucinato con passione diventa amore. Quello stesso amore e quella stessa passione che mi hanno spinta ad aprire un blog nel 2010 con l’intento di tramandare qualcosa a mio figlio e agli altri e con la segreta speranza che i fast food non abbiano la meglio in futuro. Questa passione è nata quando ero quasi adolescente ed è rimasta immutata; adoro creare nuove ricette e difficilmente seguo quelle altrui senza personalizzarle. Sono una fervente sostenitrice dell’etica del cibo: molte delle mie ricette sono dedicate allo smartcooking, ovvero alla cucina responsabile che combatte gli sprechi. Ritengo che la cucina italiana sia la migliore del mondo e mi adopero per farla conoscere. Nel cibo ritroviamo la storia dei popoli, la nostra memoria, ed è per questo che nei post, prima delle ricette, scrivo degli articoli di approfondimento, delle curiosità o la storia legata a quell’alimento o a quella ricetta in particolare.”
Sul tuo blog parli di etica del cibo riferendoti allo smart cooking: di cosa si tratta e quanto è importante nella tua cucina?
“Sì, l’etica del cibo per me è fondamentale. Da sempre sono contraria agli sprechi, soprattutto in campo alimentare. Per questo molte delle mie ricette sono dedicate allo smartcooking, ovvero alla cucina responsabile e senza sprechi. Non dobbiamo dare il cibo per scontato: purtroppo, ancora oggi, ci sono esseri umani che muoiono di fame mentre noi lo gettiamo. E’ stato stimato che ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di generi alimentari vengono sprecate. Questa quantità di cibo sarebbe sufficiente a sfamare interamente la popolazione mondiale che soffre la fame. Solo qualche decennio fa il nostro Paese usciva da una guerra e, ancora negli anni ’50, il 38% degli italiani non si poteva permettere il consumo di carne nell’alimentazione quotidiana. Famoso l’aneddoto dell’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che, in un pranzo ufficiale, chiese se qualcuno voleva dividere una pera con lui perché non se la sentiva di mangiarla tutta. Era la cultura delle famiglie di allora.
Ora il cambiamento dei costumi sfocia spesso negli eccessi. In Italia, per ogni persona si sprecano ogni anno circa 146 kg di cibo. Il prezzo da pagare è sotto gli occhi di tutti: effetto serra, degrado del suolo, consumo di energia e di risorse idriche. Questo stile di vita dettato dal consumismo ha generato profonde distorsioni nella catena alimentare scatenando una sorta di ‘bulimia’ che ha reso quasi insapore il cibo che consumiamo. Questo ci rende poco permeabili a una più ampia sensibilità, culturale e morale, verso i grandi temi della sostenibilità e delle risorse del pianeta. Continuiamo a ignorare che la sostenibilità è una risposta urgente e senza alternative per tutti noi. Occorre ristabilire un’alleanza con l’ambiente,concepito come ‘casa comune’ che ci aiuti a individuare valori condivisi e condivisibili e che ci indirizzi verso il giusto sfruttamento delle risorse disponibili. Abbiamo bisogno di una nuova etica alimentare e di ridare importanza a parole come naturalità, commensalità, approccio sano ed equilibrato al cibo.
Ognuno di noi può fare qualcosa a partire da scelte quotidiane consapevoli: dall’acquisto mirato di cibo al recupero di quanto è avanzato che altrimenti finirebbe nei rifiuti. Proporre ricette del riciclo è un modo concreto per adottare una nuova prospettiva e considerare avanzi e scarti delle nostre dispense come ulteriori risorse. Non gettiamo via gli avanzi: con un po’ di fantasia e l’aggiunta di alcuni semplici ingredienti si possono trasformare in nuovi golosi piatti.”
Qual è il piatto che preferisci in assoluto (cucinare e mangiare)?
“Difficile decidere… amo molto le insalate ricche, che diventano un piatto unico, con diversi tipi di insalata (radicchio, songino, rucola, ecc), pomodoro, formaggio (o uova sode), mais. Mi soddisfano il palato e mi rallegrano con tutti i loro colori e poi sono ricche di vitamine e sali minerali!”
Prova del cuoco! Malgrado l’emergenza coronavirus al momento non lo permetta… come delizieresti i tuoi ospiti a cena?
“Tenuto conto del periodo primaverile mi orienterei su questo menù:
Crêpes ai funghi porcini
Minicheesecake con asparagi fragole e crema di robiola
Insalata russa
Risotto al Castelmagno DOP miele e noci
Petto d’anatra al balsamico e nocciole con contorno di cipolline in agrodolce
Macedonia di frutta
Bonet”
Secondo te vale la regola “anche l’occhio vuole la sua parte” quando si cucina? Sappiamo che ami anche l’arte…
“L’arte è la mia seconda passione. Quando non cucino, dipingo. La vista è uno dei sensi più importanti dopo l’olfatto, non a caso si dice che si mangia prima con gli occhi. Per me è importantissima questa regola. Ogni pietanza, anche la più semplice, dev’essere impiattata in maniera ineccepibile, la tovaglia perfettamente pulita e stirata e le stoviglie disposte in maniera corretta. Mangiare è un rito, un momento di pausa e di gioia (anche se breve) che deve rallegrarci e soddisfarci.”
Parlaci della tua esperienza con Qui Da Noi. Cosa pensi del progetto?
La mia esperienza con il progetto Qui Da Noi nasce nell’ormai lontano 2014. Fui contattata, insieme ad altre, per partecipare ad un tour enogastronomico nella mia regione, il Piemonte. Accettai di buon grado di partecipare a quello che poi si rivelò un meraviglioso viaggio sensoriale che mi ha coinvolta nel progetto insieme con altri cinque foodblogger. Questo progetto era nato dall’esigenza, condivisa con le realtà aderenti a Fedagri, di mettere in rete i punti vendita e gli spacci delle cooperative agricole esistenti su tutto il territorio nazionale, riunendole sotto un unico marchio: “QUI DA NOI – Cooperative Agricole”. Un segno distintivo attraverso il quale si voleva e si vuole comunicare ai consumatori la consapevolezza che acquistare un prodotto cooperativo significa condividere principi quali la solidarietà e la responsabilità, valori propri di una cooperativa che opera valorizzando persone, ambiente e tradizioni agricole. Qui Da Noi è quindi sinonimo di qualità e di genuinità: presso i punti vendita delle cooperative agricole, infatti, i consumatori possono scegliere tra una vasta gamma di prodotti tipici e genuini, tracciabili e di qualità, che vanno dalla pasta ai vini, dagli oli ai salumi, dai formaggi alla frutta e verdura di stagione, dai prodotti ortofrutticoli in scatola ai dessert e tanto altro ancora, tutto rigorosamente prodotto da oltre 500.000 soci cooperatori.
Mi appassionai al progetto e rimasi affascinata dai protagonisti, uomini e donne che, con abnegazione, amore, passione, duro lavoro, hanno fatto del loro territorio e della genuinità dei loro prodotti la propria filosofia di vita.
In quei giorni, parlando con i responsabili del progetto, nacque l’idea di far nascere un blog per collegarlo al progetto Qui da Noi con ricette preparate con i prodotti cooperativi, e non solo, ma anche con articoli riguardanti tutto ciò che ruota attorno al cibo e alle cooperative; come sono nate, chi le ha fondate, cosa producono e come lo fanno. Tutto questo per farlo conoscere a più persone possibili, per far conoscere i meravigliosi prodotti italiani che tutto il mondo ci invidia e cerca, senza successo, di imitare.
Oggi, a distanza di sei anni, sono ancora qui, orgogliosa e fiera di far parte di questo progetto e di dare il mio piccolo contributo, perché quello che amo di più nella cooperazione è la condivisione e la collaborazione. Da soli si fa poco, si è limitati, in tanti si fa molto condividendo idee, progetti, speranze per il lavoro e il futuro. Ogni socio vive la terra, la coltiva e la nutre, ogni casata con la sua cultura, la sua storia, le sue abitudini dà un valore aggiunto che va a riempire di avvenimenti questa realtà cooperativa.”
Grazie Maria Antonietta per le tue belle ed importanti parole e per averci fatto entrare un po’ nel tuo mondo fatto di amore: per la famiglia, per la cucina responsabile e per l’arte!
E ricordate…